La replica del più prezioso capolavoro Dantesco del Rinascimento: il Dante Urbinate.
La copia della Divina Commedia di Dante più ricca e celebrata, il preziosissimo volume conosciuto come Dante Urbinate, fu realizzata appositamente per la biblioteca di Federico da Montefeltro. Espressione dello splendore e della magnificenza del Duca, il manoscritto è un capolavoro realizzato con pergamene finissime, straordinariamente miniate.
Il codice fu commissionato a Matteo de’ Contugi, famoso copista per i Gonzaga e per gli Este, e a Guglielmo Giraldi, miniatore di scuola ferrarese, con il quale collaborò anche Franco dei Russi. Giraldi e Russi lavorarono alle miniature dell’Inferno e del Purgatorio tra il 1478 e il 1482, anno della morte del Duca. A quel punto la decorazione del codice si interruppe per essere ripresa solo all’inizio del XVII secolo, quando Francesco Maria II della Rovere, ultimo Duca di Urbino, fece completare le miniature da Valerio Mariani.
Come tutte le edizioni in facsimile Franco Cosimo Panini, anche la Divina Commedia di Federico da Montefeltro restituisce fedelmente e integralmente tutte le caratteristiche del manoscritto che è stato riprodotto a tiratura limitata di soli 590 esemplari. La fedeltà all’originale si percepisce in ogni dettaglio: dai colori vividi delle miniature agli ori, stesi in lamina e in polvere a seconda delle diverse dorature presenti nel libro. La realizzazione della legatura è affidata a esperte botteghe artigiane che utilizzano le stesse tecniche in uso sul finire del Quattrocento: maestranze specializzate come legatori e argentieri, orefici e incisori; dal loro lavoro viene data nuova vita a uno dei volumi più preziosi e apprezzati della miniatura rinascimentale.
Riproduzione integrale del codice Ms. Urb. lat. 365 della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Tiratura limitata di 590 esemplari di cui solo 550 destinati alla vendita, 40 non destinati alla vendita numerati con cifre romane riservati alla Biblioteca Apostolica Vaticana e all’Editore.
Alla morte di Federico nel 1482, il codice, ancora incompleto, era slegato e così rimase fino a quando Francesco Maria II della Rovere fece realizzare la prima legatura, in broccato giallo. È papa Clemente XI (Giovanni Francesco Albani) a farla sostituire in Vaticano, all’inizio del Settecento, con quella attuale in velluto rosso, ornata da decori barocchi in metallo dorato: gli elementi araldici dello stemma papale, le chiavi decussate e la tiara al centro, una stella a otto punte e il trimonte, simbolo della famiglia Albani, agli angoli.
Nato nel 1422 e salito al potere del Ducato nel 1444, Federico da Montefeltro si rivelò uno dei più brillanti statisti e condottieri del proprio tempo. Uomo di guerra ma anche di cultura, fu un mecenate di altissimo livello: finanziò infatti non solo importantissimi manoscritti, ma anche dipinti, tra i quali opere di Piero della Francesca come la Pala Montefeltro e il Ritratto dei Duchi di Urbino. La biblioteca di Federico, vero e proprio cuore del Palazzo Ducale, era famosa in tutta Europa per la sua ricchezza e completezza.
Il Libro d’Ore Durazzo fa parte della collana “La Biblioteca Impossibile”, la più autorevole e preziosa collezione di facsimili dedicata al Rinascimento. Un progetto unico per completezza e rigore scientifico inaugurato nel 1995 dalla Bibbia di Borso d’Este e proseguito, anno dopo anno, con la riproduzione di capolavori assoluti della miniatura: dalla monumentale Bibbia di Federico da Montefeltro al piccolo Libro d’Ore Torriani, dal sontuoso Lezionario Farnese alle celeberrime Très Riches Heures del Duca di Berry.
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