La Bibbia, il più bel codice della biblioteca del duca di Montefeltro, si distingue per le imponenti dimensioni e per il numero di carte, trentacinque delle quali illustrate con miniature che costituiscono un perfetto compendio di pittura fiorentina. Nel 1657 viene trasferita a Roma da Alessandro VII, dove trova la sua ultima collocazione e diviene uno dei tesori più preziosi della Biblioteca Vaticana.
Le grandi scene miniate che ornano gli incipit dei singoli libri biblici sono vere e proprie opere di pittura incorniciate in preziosi passepartout pergamenacei. Le dimensioni di ogni scena – 15 cm di altezza su 26 di larghezza – non hanno eguali nella storia della miniatura. Ma, per celebrare in pieno la potenza di un principe come Federico da Montefeltro, ogni pagina doveva trasmettere un messaggio di ricchezza e sfarzo, per questo ciascuna carta della Bibbia è illuminata da pennellate d’oro.
Eccezionale la spesa sostenuta per realizzarla: per la pergamena fu necessario un intero gregge di oltre 500 pecore, e il cui costo ammontava a più di trentamila ducati, quanto necessario all’epoca a costruire una cattedrale.