Nelle 115 scene miniate, collocate al piede della pagina, si percepisce chiaramente la diversa ispirazione dei due artisti: alla vena più cupa e drammatica del Vecchietta si contrappone infatti lo stile sereno di Giovanni di Paolo, la struggente bellezza dei suoi paesaggi, ispirati alla campagna toscana, e la presenza unificante, nella maggior parte delle miniature, delle figure appaiate di Dante e Beatrice.
Alla straordinaria suggestione delle miniature, si aggiunge la ricchezza degli elementi in oro che decorano finemente la cornice di tutte le scene, e in particolare quelle del Paradiso, conferendo loro una particolare luminosità. Inoltre, l’elegante calligrafia del testo, scritto su una colonna e impreziosito dai capilettera, è perfettamente leggibile: peculiarità questa che permette di unire all’incanto delle illustrazioni il piacere della lettura in versi.