Lorenzo Spirito Gualtieri, il gioco profetico del Rinascimento.
Da sempre l’uomo si interroga sulla propria sorte e va in cerca di una risposta. Proprio per soddisfare questa eterna sete di sapere, nel 1482 il poeta indovino Lorenzo Spirito Gualtieri ideò e scrisse di suo pugno il Libro delle Sorti, un vero e proprio gioco di società destinato a rispondere alle domande che assillano gli uomini di ogni tempo: il mio amore è ricambiato? guarirò dalla malattia? avrò successo nella mia impresa?
In breve tempo questa sorta di oracolo portatile fu un “best seller” internazionale, diventando uno dei passatempi più amati nelle corti europee di fine Quattrocento.
Il Libro delle Sorti è forse il più affascinante gioco divinatorio del Rinascimento. Esso si basa su un sistema di quesiti e responsi legati ai principali aspetti della vita: la felicità, la riuscita del matrimonio, il successo negli affari, la nascita di un figlio, la salute. Ogni profezia, espressa da una suggestiva terzina in volgare, è il risultato di un meccanismo ludico incalzante, che passa attraverso il lancio dei dadi e una serie di rimandi da una sezione profetica all’altra. Pensato come gioco di società – la suspense per il vaticinio va condivisa con tutta la corte – il Libro delle Sorti non è meno emozionante se “interrogato” dal singolo giocatore.
Il Libro delle Sorti di Lorenzo Spirito Gualtieri comprende cinque sezioni – la Ruota della Fortuna, i Re, i Simboli astrologici, le Sfere celesti e i Profeti – ognuna delle quali fu illustrata nel primo decennio del xvi secolo da pittori umbri della bottega di Pietro Perugino, tra cui forse un giovane Raffaello Sanzio.
Uno splendido corredo di miniature, ravvivato da tocchi d’oro, che nel suo insieme rappresenta una sintesi sublime della cultura figurativa centro-italiana del tempo.
L’edizione in facsimile di Franco Cosimo Panini Editore ha il merito di ricomporre le carte del codice secondo la loro sequenza originaria, cioè come si presentava prima che, in epoca ignota, venisse sfascicolato e riassemblato nello stato attuale: un accorgimento che rende ancora più facile e appassionante il gioco. Tutti potranno così divertirsi a scoprire il proprio destino leggendo i responsi – ora benevoli, talvolta infausti – evocati dal Libro delle Sorti.
Libro delle Sorti, Lorenzo Spirito Gualtieri
Riproduzione integrale del codice It. IX, 87=6226 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia
Tiratura limitata di 980 esemplari per la diffusione mondiale
128 pagine di formato 17,5 x 24,5 cm con riproduzione facsimilare delle dorature
Commentario di 284 pagine con 132 illustrazioni a cura di Silvia Urbini e Susy Marcon
Capitelli in seta cuciti a mano a due colori
Legatura realizzata interamente a mano con copertina in pergamena naturale con impressioni in oro zecchino
Fedele riproduzione del profilo irregolare delle carte
Tre dadi
Ripristino della fascicolazione originale del codice
Taglio del libro dorato
Elegante cofanetto in mogano
1.120 responsi espressi dalle terzine in volgare
Manuale con le regole del gioco e la trascrizione integrale del testo del codice
Le domande che il giocatore può rivolgere al Libro delle Sorti sono sorprendentemente attuali. Anche i quesiti che riflettono le ansie e le curiosità dell’epoca possono essere interpretati in chiave moderna: ad esempio la domanda sull’esito di una guerra – che in origine era intesa in senso letterale – ha oggi una valenza più simbolica: “Supererò il mio avversario? Vincerò lo scontro?”. Ecco alcuni esempi di domande con tre possibili responsi.
Lorenzo Gualtieri (1426-1496), figlio di un importante notaio di Perugia, ebbe un carattere libero, audace, intollerante, da cui gli venne il soprannome di “Spirito”. Rimatore, miniatore e traduttore di Ovidio, fu anche uomo d’arme al servizio di Jacopo Piccinino, al quale dedicò un poema sulle gesta dei capitani di ventura. Coltivò vari generi poetici, come dimostrano i numerosi manoscritti autografi, svolti sempre in terzine.
Il Libro delle Sorti, ultimato da Lorenzo Spirito Gualtieri all’inizio del 1482, era destinato a una nobile famiglia perugina, forse i Braccio da Montone. Il manoscritto, dimenticato nella biblioteca dei proprietari, fu ripreso in mano e completato con l’apparato decorativo solo all’inizio del Cinquecento dalla bottega di Pietro Perugino. Le vicende del codice nei secoli successivi sono avvolte nel mistero: se ne ha nuovamente notizia solo nel 1793, quando il conte Tommaso Giuseppe Farsetti donò il libro alla Biblioteca Marciana di Venezia, dove ancora oggi si trova.
Il Libro d’Ore Durazzo fa parte della collana “La Biblioteca Impossibile”, la più autorevole e preziosa collezione di facsimili dedicata al Rinascimento. Un progetto unico per completezza e rigore scientifico inaugurato nel 1995 dalla Bibbia di Borso d’Este e proseguito, anno dopo anno, con la riproduzione di capolavori assoluti della miniatura: dalla monumentale Bibbia di Federico da Montefeltro al piccolo Libro d’Ore Torriani, dal sontuoso Lezionario Farnese alle celeberrime Très Riches Heures del Duca di Berry.
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