Pietro Perugino, Lorenzo Costa, Francesco Francia, Amico Aspertini: nessun altro codice miniato può vantare una rosa di artisti di questo calibro. A ognuno di essi Ghislieri chiede di dipingere una miniatura a tutta pagina, per racchiudere nel Libro d’Ore il meglio della pittura italiana dell’epoca.
A coordinare un’equipe così straordinaria è Matteo da Milano, uno dei maggiori miniatori dell’epoca, autore di capolavori assoluti come il Breviario di Ercole I e il Libro d’Ore Torriani: sono suoi gli splendidi bordi decorati con motivi floreali alternati a castoni con pietre preziose e perle, impreziositi da sorprendenti effetti trompe-l’oeil.
Una delle legature più ricche e complesse del Rinascimento. Così si presenta il Libro d’Ore del Perugino. Due medaglioni circolari incassati contengono ciascuno una miniatura: l’Arcangelo Gabriele sul piatto anteriore e la Vergine Annunciata sul retro. Sopra e sotto di essi risplendono due pietre dure per piatto.
Il resto della superficie dei piatti esterni è coperto da una sottile pelle lavorata a traforo con un intricato disegno a filigrana, sovrapposta ad un fondo in seta di diversi colori.
Nei contropiatti vi è inoltre una parte in pelle con elaborate dorature a motivi fogliacei, e un medaglione centrale che riproduce un intaglio dalla collezione dei Medici raffigurante Giulio Cesare.
Nel libro Liber Iesus sono riportate anche alcune frasi di benvenuto in lingua tedesca, che il fanciullo avrebbe dovuto rivolgere all’imperatore in occasione della sua visita in Italia. Una miniatura ci mostra proprio l’incontro con il sovrano austriaco, in onore del quale il principe abbandonò il nome di Ercole per adottare quello di Massimiliano.
A rendere ancora più affascinante il codice sono i materiali di epoca successiva che fanno del Liber Iesus un’opera composita e storicamente stratificata: in apertura, infatti, troviamo alcune pagine di appunti sul codice miniato vergati nel Settecento da Don Carlo Trivulzio, mentre alla fine, intercalato agli ultimi fogli pergamenacei del manoscritto sforzesco, è un libriccino devozionale su carta. La legatura del codice, in pergamena, è settecentesca.
Bologna, primi anni del Cinquecento. La città, sotto il dominio dei Bentivoglio, vive un momento di grande splendore e le arti vengono favorite dalle più ricche famiglie nobili. Tra queste, spicca la dinastia dei Ghislieri, da sempre al centro della vita politica bolognese.
Per celebrare la nascita del nipote Bonaparte, il potente Francesco Ghislieri convoca i migliori artisti dell’epoca e affida loro il compito di creare, più che un libro, una pinacoteca in miniatura. All’impresa prende parte il grande genio della pittura umbra, Pietro Vannucci detto il Perugino, che dipinge la sola e unica pagina miniata di tutta la sua carriera nel Libro d’Ore.
Da sinistra a destra: Famiglia Ghislieri, Bologna (xv secolo), Famiglia Albani, Urbino (dal xv secolo al 1839), James Dennistoun (dal 1839 al 1847), Bertram Ashburnham (dal 1847 al 1897), Henry Yates Thompson (dal 1897 al 1941), British Library, Londra (dal 1941 ad oggi)
La scrittura elegante e perfettamente leggibile si deve a Pierantonio Sallando, docente di grammatica e scrittura all’Università di Bologna e copista tra i più richiesti dell’epoca.
Quando il Ghislieri contatta il Perugino, l’artista è al culmine della celebrità. Venerato dai contemporanei come il massimo pittore vivente, Pietro Vannucci è a capo della più prolifica e ambita bottega italiana, di cui fanno parte Raffaello Sanzio e il Pinturicchio.
La pagina con il Martirio di san Sebastiano è l’unica miniatura realizzata dal Perugino e per questo la sua importanza storica e artistica è senza pari. Nel 1952 venne staccata dal Libro d’Ore e da allora è conservata separatamente in una cassaforte della British Library.
L’edizione in facsimile del Libro d’Ore del Perugino è stata presentata nella prestigiosa Aula Magna di S. Lucia a Bologna il 23 novembre 2007. All’evento hanno partecipato Umberto Eco e Massimo Medica.
Il Libro d’Ore Durazzo fa parte della collana “La Biblioteca Impossibile”, la più autorevole e preziosa collezione di facsimili dedicata al Rinascimento. Un progetto unico per completezza e rigore scientifico inaugurato nel 1995 dalla Bibbia di Borso d’Este e proseguito, anno dopo anno, con la riproduzione di capolavori assoluti della miniatura: dalla monumentale Bibbia di Federico da Montefeltro al piccolo Libro d’Ore Torriani, dal sontuoso Lezionario Farnese alle celeberrime Très Riches Heures del Duca di Berry.
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